Prima villa degli Sforza e poi ampliata da Girolamo Genga per i Della Rovere intorno al 1530. 

E’ un edificio dove la sperimentazione architettonica e teatrale non trova soluzione di continuità. Un cortile pare giocare al duplice effetto (aristotelico) della scena tragica e della scena comica. Una facciata dislocata gioca a sua volta il ruolo di scena magnifica, affacciata al paesaggio. Alle coltivazioni e al parco si alterna il giardino pensile e poi la selva. 

In questa villa-teatro si inscena la vita di corte, dove gli attori sono i cortigiani stessi, e così i duchi e io loro ospiti; mentre il personale ha il ruolo di servo di scena. 

Più volte danneggiata: prima dopo il 1631, quando l’ultima della Rovere (Vittoria) sposa un Medici e il patrimonio passa nelle mani di quella famiglia (così la villa Vedetta e Duchessa scompariranno, ma nel caso dell’Imperiale la famiglia Albani risolleverà le sorti del luogo); e poi durante la seconda guerra mondiale, quando da lì passò la linea gotica. Oggi è visitabile.